Il museo delle ferriere e della stamperia

I prodotti delle ferriere di Ronciglione erano destinati per la maggior parte al mercato di Roma: questi erano costituti da armi, chiodi, serrature, attrezzi agrioli, battagli per campane. Nel 1585 da qui partì tutto il materiale e le macchine per mettere in sito l’obelisco in piazza S. Pietro, una delle opere ingneristiche piu’ ardite del momento.
Ronciglione e i suoi territori circostanti nel 1521 passarono sotto la guida dei Farnese che nel 1545 diedero vita al Ducato di Castro e Ronciglione. L’abitato ebbe uno sviluppo senza uguali. Nacquero accademie e stamperie, si riorganizzo’ l’attivita’ agricola e si diede impulso a quella industriale. Si migliorarono le vie di comunicazione oltre all’arricchimento del tessuto urbano con palazzi, chiese, fontane. Non manco’ l’opera di riorganizzazione delle vecchie ferriere e la realizzazione di nuove. Alla fine del governo farnesiano Ronciglione contava una ventina tra ferriere, lamerie e filire, oltre a ramerie, cartiere, polveriere e mole.

Nel 1649 il Ducato venne ripreso da Urbano VIII preoccupato dai paurosi debiti fatti dai Farnese per i loro grandiosi programmi di sviluppo e la Reverenda Camera Apostolica concesse in appalto l’intero Ducato, a cui entrarono a far parte altre 9 citta’, a diverse personalita’.
Nel 1748 vennero emanate norme per la commercializzazione del ferro nello Stato Pontificio con azioni di protezione doganale. Senz’altro un grosso vantaggio per il momento, ma che portò poi le industrie ronciglionesi, ormai abituate a lavorare senza concorrenza, ad una vita difficile sul nuovo mercato industriale che era nato nel resto d’Italia.

In quest’epoca nelle ferriere camerali si producevano oltre 2 milioni di libbre di ferro. Intorno al 1780 si effettuarono esperimenti per la produzione di acciaio con “ferraccio” proveniente dall’Elba tramite il porto di Corneto (oggi Tarquinia).